lunedì 20 febbraio 2012
mercoledì 9 marzo 2011
SIMONETTA CESARONI
LE FERITE
Simonetta Cesaroni è stata colpita da un’arma bianca da punta e taglio, con lama bitagliente, ma non dotata di azione recidente. I lati della lama sono bombati, curvi, non appuntiti, la penetrazione è avvenuta per la pressione inflitta e per la punta aguzza. Il corpo è disteso sul pavimento, capo spostato verso la destra, braccio sinistro esteso verso l’alto, braccio destro piegato leggermente, con le dita della mano flesse, ad artiglio.
Rivoli di sangue scorrono verso le spalle, verosimilmente per deflusso, che testimonierebbe l’avvenuto accoltellamento quando era già stesa in terra. Alle spalle un ampio versamento di sangue ai cui bordi sono trovate impronte rosacee nastriformi. L’emivolto destro è omogeneamente bluastro, una infiltrazione ecchimotica con componente tumefattiva. Il padiglione auricolare della stessa zona del volto appare anch’esso tumefatto da ecchimosi bluastra. Il volto presenta sei ferite della stessa arma bianca, ferite curve e oblique in corrispondenza delle strutture ossee orbitali.
Una ferita al collo è trasfossa, entrata e uscita. Sono otto le ferite in zona toracica e quattordici quelle in zona pubico genitale. Non risulta alcun segno di violenza sessuale. Escoriazione profonda presente sul capezzolo sinistro. Le mani sono pulite, le unghie sono lunghe, curate e intatte, niente segni di graffi dati. Non sono trovati alcol né stupefacenti nel corpo.
Non viene indagata una ferita particolare, sotto ai genitali, di tipo bifida, ovvero con un’estremità, quella inferiore, doppia, a forma di Y rovescia. Non vengono analizzati eventuali ritrovamenti di saliva attorno al capezzolo sinistro, posto che la sua escoriazione sia dovuta ad un morso.
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venerdì 28 maggio 2010
AMITYVILLE FOR SALE
La casa degli spiriti resa famosa da 'Amityville Horror', film culto del 1979, è in vendita per la cifra di 1,15 milioni di dollari. La notizia viene riportata dal tabloid britannico, The Sun.
L'edificio, in stile coloniale olandese, è composto da cinque stanze da letto su tre piani e si trova al numero 112 di Ocean Avenue ad Amityville, quartiere periferico di Long Island a New York. La trama del film, che nel 2005 ha visto uscire anche un remake, è basata su una storia vera risalente al 1975, quando la famiglia Lutz che abitava la casa denunciò la presenza di fenomeni paranormali. Fra quelle stesse mura, pochi anni prima, Ronald DeFeo Jr. aveva sterminato nel sonno sei membri della sua famiglia. Il film originale, che aveva come protagonisti James Brolin e Margot Kidder, fu girato nel New Jersey dopo che le autorità di Amityville negarono l'autorizzazione ad utilizzare la vera abitazione
giovedì 13 maggio 2010
IL VOLTO DELLA "SIGNORA DELLE DUNE"
dal Corriere Online
di G. Olimpio
E’ un giallo mai risolto. E che continua a intrigare investigatori e abitanti di Provincetown, a Cape Cod (Massachussets). E’ il mistero della «Signora delle Dune», uccisa nel luglio del 1974 sulla bellissima spiaggia di Race Point. Dopo averla assassinata le hanno tagliato le mani per impedirne l’identificazione. Ora, la polizia ha diffuso un nuovo ritratto nella speranza che qualcuno finalmente possa riconoscerla.
LA VICENDA - La donna, i cui resti riposano sotto una piccola lapide, venne trovata senza vita il 24 luglio del ’74. A provocarne il decesso – almeno due settimane prima - un forte colpo o una coltellata alla base del collo. Non portava documenti, né c’erano indizi che potessero aiutare a darle un nome. La vittima aveva tra i 20 e i 40, era alta 1,75, pesava 65 chilogrammi, presentava un aspetto curato, aveva un ponte odontoiatrico definito «costoso». E di sicuro non era del posto, probabilmente una delle tante turiste che affollano Cape Cod in estate. In questi anni sono state avanzate molte ipotesi sulla «Signora delle Dune». La prima che fosse una famosa rapinatrice eliminata da un compagno di fuga. Quindi che si trattasse di una appartenente ad una gang di motociclisti che nel luglio del 1974 era stata segnalata nella cittadina. Piste rivelatesi inconcludenti. Il piccolo Dipartimento di polizia ha continuato però a lavorare e, come ci aveva confermato in dicembre il comandante Jaran, non ha alcuna intenzione di lasciare il fascicolo in un armadio. In passato sono stati diffusi alcuni ritratti della vittima, ma successivamente gli investigatori hanno cercato la collaborazione di un istituto di Washington che elabora immagini partendo dai resti umani recuperati. E ne e' scaturita una nuova «ricostruzione» del probabile volto della «Signora delle Dune».
sabato 1 maggio 2010
CASO GARLASCO: SI RICOMINCIA
Si ricomincia. Da un capello da studiare daccapo, da un martello mai studiato, una bicicletta tenuta fuori gioco, le scarpe senza tracce di sangue, il Dna di Chiara... È il caso Garlasco. È Chiara Poggi con il cranio sfondato la mattina del 13 agosto 2007. Ed è Alberto Stasi di nuovo in scena come accusato, l’unico: in tasca l’assoluzione di primo grado, in mente i giorni difficili che verranno, davanti ai giudici della Corte d’appello di Milano dove tornerà ad essere il fidanzato di Chiara, «uccisa con crudeltà» a 26 anni. Venerdì mattina la madre della ragazza, Rita Preda, si è presentata in procura a Vigevano a depositare le 179 pagine con le quali chiede il processo d’appello contro Alberto. Vuole giustizia, Rita. E perché sia chiaro che con Alberto lo strappo è definitivo, ha deciso di andare di persona in tribunale. «Ci tenevo» dice «a essere io a consegnare queste carte».
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venerdì 16 aprile 2010
LE DUE VITE DI LAURA MAIN
La studentessa dalla doppia vita morta per un cocktail fatale
Di giorno era Laura, che sognava di diventare avvocato. Di notte si trasformava in Eve, sensuale escort
Di giorno era Laura, brillante studentessa che sognava di diventare avvocato. Di notte si trasformava in Eve, sensuale escort dell'agenzia londinese Bunnies of London. Dopo quattro mesi di indagini, gli inquirenti britannici hanno svelato agli organi d'informazione la misteriosa doppia vita di Laura Main, ventottenne scozzese trovata senza vita lo scorso 14 dicembre nel suo lussuoso appartamento di Kensington, a Londra. Secondo l’autopsia a causare la morte della ragazza sarebbe stato un micidiale cocktail di droghe e superalcolici.
domenica 4 aprile 2010
LA RAGAZZA DEL LAGO 2
È di una donna di 36 anni domiciliata in Canton Ticino e scomparsa da casa il 25 marzo scorso, il cadavere ripescato l’altro ieri nel lago di Como a Laglio. Si tratterebbe di una donna svizzera, madre di famiglia e sposata.
La svolta nelle indagini è arrivata nella notte quando il cadavere della vittima è stato riconosciuto dal fratello. Solo nel pomeriggio, grazie ad ulteriori esami, si è giunti ad una certezza definitiva. La notizia dell'identificazione della vittima è stata data con un comunicato diffuso oggi pomeriggio dalla Polizia Cantonale ticinese. I carabinieri del comando di Como hanno confermato l'avvenuto riconoscimento.
La donna era scomparsa da casa il 25 marzo ed era stata presentata subito denuncia. La donna sarebbe sposate e madre di famiglia. Di lei, al momento, si sa soltanto che abitava nella zona del Mendrisiotto, proprio a cavallo del confine italiano. Gli accertamenti dell’inchiesta della procura di Como hanno per ora stabilito che la donna è stata colpita da un oggetto contundente alla nuca, quindi sgozzata e, in seguito, gettata nel lago. Gli investigatori italiani avevano diffuso ieri le foto scattate al cadavere per cercare di trovare persone in grado di identificare la donna.
LA RAGAZZA DEL LAGO
Omicidio della ragazza del lago
una pista porta in Svizzera
L’ipotesi che fosse una prostituta di lusso fa pensare che possa essere arrivata dal Canton Ticino
COMO— Se è una prostituta, deve essere stata una di alto bordo, non una di quelle che lavorano sul marciapiede e che si concedono per pochi euro al primo che passa. E dove si trova la più alta concentrazione di escort nelle vicinanze del lago di Como? A Milano, d’accordo, ma soprattutto in Canton Ticino dove il mercato del sesso è regolato dalla legge e dove a ridosso del confine funzionano oltre trenta case d’appuntamento alimentate soprattutto dalla clientela italiana.
La bella ragazza affiorata venerdì nelle acque di Laglio a meno di un chilometro dalla villa di George Clooney è ancora senza identità; ma per risolvere il giallo i carabinieri hanno allargato il raggio delle ricerche al di fuori di Como, comprendendo anche la Svizzera. Purtroppo dal Canton Ticino non sono al momento arrivate le risposte sperate; in più nessuna persona scomparsa ha caratteristiche simili alla ragazza del lago e tutti i turisti che nei giorni scorsi hanno preso alloggio negli hotel del lago di Como sono rientrati regolarmente nelle loro camere.
«Anche tutte le ragazze che lavorano nei miei alberghi sono presenti» conferma Ulisse Albertalli, gestore di alcune case a luci rosse del Canton Ticino. Secondo Albertalli l’ipotesi che la donna uccisa a Laglio possa venire dalla Svizzera italiana non è peregrina: «Capita spesso che qualche cliente italiano inviti una delle ragazze per un weekend o per una vacanza. Lasciare la Svizzera per l’Italia e farvi rientro non è più un problema».
In mancanza di altri elementi, la pista privilegiata dagli inquirenti resta quella del delitto maturato nel mondo del sesso a pagamento, seppur di un certo livello: la ragazza uccisa ha tratti somatici compatibili con quelli di una ragazza dell’Est Europa, doveva essere di una bellezza appariscente, ma le sue impronte digitali non sono tra quelle catalogate dalle autorità italiane.
LE FOTO - I carabinieri di Como hanno diffuso ieri alcune immagini del cadavere nella speranza che qualche testimone possa riconoscere la vittima; quest’ultima, oltre al Cupido tatuato sul seno aveva un altro segno distintivo: un secondo tatuaggio — un sole — sulla spalla sinistra; in più al polso portava un braccialetto rosso e verde di tessuto.
ESAME DEL CORPO - L’esame del corpo ripescato mostra invece che l’assassino ha infierito con ferocia sulla donna: la ferita mortale alla gola è uno squarcio molto profondo e largo, che ha quasi staccato la testa dal collo; potrebbe essere stato prodotto da un’ascia anche se la permanenza in acqua del cadavere ha certamente allargato la ferita.
L’assassino non si è inoltre disfatto subito della vittima: sul corpo sono state infatti notate tracce di sangue rappreso, non lavato dall’acqua del lago. Tra le poche certezze, infine c’è quella che il delitto non è stato commesso a Laglio e che il corpo è stato gettato nel lago qualche chilometro più a nord.
Claudio Del Frate
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