martedì 30 marzo 2010

LA PORTA DELL'ALDILA'


Una imponente porta in granito rosso appartenuta alla tomba di User, un consigliere faraonico al servizio della regina Hachepsut, è stata rinvenuta a Luxor, nei pressi del tempio di Karnak. La porta, risalente a circa 3500 anni fa, era considerata dagli antichi egizi il passaggio obbligato per l'aldilà. Incisi sulla sommità della pietra, alta 175 centimetri e spessa 50 centimetri, ci sono alcuni estratti di testi religiosi insieme ai numerosi titoli di User, prefetto, vizir e principe

domenica 28 marzo 2010

ET IN ARCADIA EGO


Da circa tre mesi si aggirava per il cimitero monumentale Verano e armato di un cacciavite rubava dalle lapidi le foto di ragazze. L'uomo, 40 anni, incensurato, disoccupato, che convive con la madre, è stato denunciato.

A segnalare i furti, i parenti delle decedute che in alcuni casi hanno dovuto sostituire le foto più volte. Il personale dei servizi cimiteriali dell'Ama Roma Spa (Azienda Municipale Ambiente) ha avvisato i carabinieri. I militari, con la collaborazione dell'Ama, dopo alcuni servizi, in abiti civili, hanno individuato l'uomo mentre tentava di rubare l'ennesima fotografia dalla lapide appartenente ad una ragazza scomparsa recentemente. Nella sua abitazione i carabinieri hanno sequestrato una decina di foto che sono state restituite ai parenti delle defunte.

giovedì 25 marzo 2010

IL MISTERO CLAPS SI INFITTISCE


IL CORPO SAREBBE STATO RITROVATO GIA' MESI FA DALLE DEONNE DELLE PULIZIE
Un nuovo giallo irrompe nella vicenda di Elisa Claps, la studentessa scomparsa a Potenza il 12 settembre del 1993. Mentre proseguono le indagini per stabilire l’assassino si tinge di mistero anche il ritrovamento del cadavere. Secondo il quotidiano “La Provincia Pavese”, infatti, il corpo sarebbe stato trovato mesi fa dalle donne delle pulizie, ben prima del ritrovamento ufficiale del 17 marzo. Il corpo della ragazza, confermano dagli ambienti giudiziari, era nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, quando sarebbe stato scoperto dalle due donne, che avrebbero comunicato la notizia al sacerdote don Ambroise Apakta, conosciuto da tutti a Potenza come don Ambrogio, e al suo vice, Don Vagno. I due sono stati a lungo ascoltati in Questura a Potenza e sarebbero state proprio le contraddizioni emerse nei loro interrogatori a far nascere il sospetto negli investigatori che sapevano più di quanto affermavano.

E con il questore del capoluogo lucano, Romolo Panico, ha avuto un lungo colloquio anche il vescovo metropolita di Potenza, monsignor Agostino Superbo, che avrebbe dato conferme importanti sulla tempistica del ritrovamento. È stato proprio monsignor Superbo, in una nota pubblicata ieri dalla stampa locale a «chiedere perdono al Signore per quanto non abbiamo fatto per la famiglia di Elisa e per la ricerca della verità». Sul perchè del silenzio dei sacerdoti e su cosa sia accaduto da gennaio al 17 marzo, quando operai a lavoro sul tetto della chiesa hanno reso pubblico il ritrovamento, stanno indagando gli inquirenti della procura generale di Salerno, dove l’inchiesta è stata avocata per consentire il compimento di nuovi atti.

Annalisa Lo Vito e la madre Margherita Santarsiero, le donne delle pulizie impegnate nella chiesa di Potenza, però,smentiscono i sacerdoti. «Il viceparroco della Santissima Trinità don Vagno ha mentito. Nè io nè mia madre abbiamo mai trovato quel cadavere e l’abbiamo detto ai magistrati di Salerno. Il sacerdote - ha aggiunto - ha detto agli investigatori che il cadavere di Elisa Claps è stato trovato a gennaio e che quella scoperta l’avremmo fatta mia madre ed io. Su questo siamo state interrogate per ore sabato dai magistrati di Salerno: a loro abbiamo detto di non aver mai ritrovato il cadavere di Elisa Claps. La prima volta che siamo salite su quel terrazzo è stata il 10 marzo», sette giorni prima del ritrovamento del cadavere».

La donna delle pulizie ha aggiunto che «questa è una vicenda assurda. Noi siamo semplici lavoratrici, ed ora, a causa delle false dichiarazioni del sacerdote, mia madre sta male: non dorme da sabato, quando siamo state interrogate per ore nella Questura di Potenza». Sul caso, sempre più intricato, è intervenuto anche il capo della Polizia Manganelli. «Credo che un’indagine così complessa tra Salerno e Potenza meriti rispetto e il rispetto non può che essere realizzato con un nostro silenzio su ciò che avvenuto e sta avvenendo. C’è un’indagine in corso e credo che avremo delle novità».

mercoledì 3 marzo 2010