martedì 24 febbraio 2009

ET IN ARCADIA EGO


Et in Arcadia ego" è un'iscrizione riportata in alcuni importanti dipinti del '600, fra cui l'omonimo "Et in Arcadia ego" del Guercino, realizzato fra il 1618 ed il 1622. Essa appare anche come iscrizione tombale sul dipinto "I pastori di Arcadia" (circa 1640), del pittore francese Nicolas Poussin. La frase significa letteralmente, "Anche io nell'Arcadia".

sabato 21 febbraio 2009

COLD CASE

Los Angeles, l'oscura morte
della nuova «Dalia nera»

Juliana Redding, attrice uccisa a 21 anni, al centro di indagini blindate

La vittima, Juliana Redding. Il delitto fa rivivere il caso di Betty Short., che appassiona da 60 anni
La vittima, Juliana Redding. Il delitto fa rivivere il caso di Betty Short., che appassiona da 60 anni
WASHINGTON — Juliana Redding è arrivata dall'Arizona a Los Angeles con pochi soldi e molti sogni. Voleva fare l'attrice o la modella, sperava almeno di riuscire a sfiorare se non a toccare il fascinoso mondo delle stelle. E all'inizio, malgrado avesse solo 18 anni, sembrava esserci riuscita ottenendo una particina in un film indipendente e qualche foto su una rivista. Ma era troppo poco per vivere. Così, in attesa della svolta, Juliana si arrangiava come cameriera in un paio di locali della colorata Venice Beach. Lavori part-time che le portavano un po' di dollari per pagarsi gli studi al college e qualche amicizia fugace. Ed è forse tra i clienti del bar che oggi dovrebbero cercare il suo assassino, l'uomo — o la donna — che l'ha uccisa un anno fa. Particolari e ambientazione che hanno spinto i media ad accostare il caso dell'aspirante attrice a quello della «Dalia nera», Elizabeth Short, 22 anni, trucidata a Los Angeles nel 1947. Un omicidio che ha ispirato libri, film, teorie cospirative ma che attende ancora di essere risolto. Juliana è stata trovata senza vita alle 18.10 del 16 marzo 2008. Gli amici non la vedevano da qualche giorno e hanno avvisato la madre che, a sua volta, ha allertato la polizia. Una pattuglia ha raggiunto il monolocale di Santa Monica dove la ragazza si era trasferita da un paio d'anni. Ed è lì che gli agenti hanno scoperto il cadavere. Le prime indiscrezioni ipotizzavano che la vittima fosse stata colpita con un oggetto pesante e c'erano vaghi accenni ad una possibile violenza sessuale. Ma la polizia, inspiegabilmente, si è chiusa a riccio evitando di fornire informazioni precise.

DOSSIER BLINDATO - Il suo dossier è stato di fatto blindato, nulla è trapelato sulle cause del decesso. Quasi un anno dopo il mistero di Juliana è finito nelle trasmissioni tv che si occupano di vecchi delitti con l'appello ai cittadini perché diano una mano all'inchiesta. E in mancanza di dettagli nuovi i giornalisti hanno tracciato un parallelo tra la sua breve esistenza e quella di Elizabeth «Betty» Short. Entrambe ventenni erano venute nella «città degli angeli» per cambiare la loro vita e dunque erano aperte ai contatti, all'avventura. Ma non sai mai chi hai veramente di fronte. James Ellroy, l'autore di un bellissimo romanzo sulla «Dalia Nera», ha scritto con efficacia che «a Los Angeles arrivi spregiudicato, riparti pregiudicato». In un certo mondo il pericolo ha tante facce. Ed Elizabeth Short, purtroppo, ha incontrato un uomo che l'ha fatta letteralmente a pezzi e l'ha abbandonata sul ciglio di una strada. Un mostro. Meno crudele ma spietato l'assassino che ha strappato alla vita Juliana. Forse rispetto alla «Dalia nera», la ragazza dell'Arizona era più cauta, più selettiva negli incontri. Negli ultimi sei mesi della sua esistenza stava con un ragazzo, poi è finita senza drammi. E la polizia lo ha controllato a lungo concludendo che era «pulito». Elizabeth era invece più disinvolta. Passava da un bar all'altro, non si faceva troppi problemi. L'hanno dipinta come una prostituta, ma non ne hanno mai avuto le prove certe. Sapevano solo che vedeva parecchi uomini. Per questo, quando è partita l'inchiesta, la lista dei possibili sospetti era lunghissima. Poteva essere stato chiunque avesse incrociato la sua vita tortuosa. E poi, con il clamore della vicenda, si sono fatti avanti i mitomani — quasi 60 tra uomini e donne — pronti a confessare. Un intrigo che continua ad affascinare l'America. Se andate su Internet, trovate di tutto su di lei: dagli atti ufficiali alle fotografie— terribili — scattate dalla Scientifica il giorno del ritrovamento. Su Juliana non è emerso troppo. Non si è ancora parlato di doppia vita, di segreti, di amicizie pericolose. Per ora il suo è solo un «caso freddo». E rischia di rimanerlo.

Guido Olimpio

giovedì 19 febbraio 2009